sabato 30 gennaio 2016

Recensione Dodici Porte - Daisy Franchetto




"Hai scoperto che le cose non sono come sembrano, che non c'è una solo verità per tutto e che gli esseri umani contengono moltitudini.
Sono contenta per te.
Molti vivono un'intera esistenza pensando che il mondo sia davvero diviso in cose giuste e non giuste.
Hai avuto un' esperienza devastante Lunar, e hai visto un lato prima sconosciuto dell'esistenza.
Gli esseri umani sono capaci di cose orribili e non sempre se ne comprende la ragione.
Ma quel che accede è sempre utile"



Dodici porte di Daisy Franchetto è un libro moderno che tratta, attraverso un'interpretazione molto particolare, il percorso di rinascita interiore di Lunar, una ragazzina che ha subito il grave trauma dello stupro.
A differenza di quello che si può pensare leggendo le prime pagine del libro, il racconto non è focalizzato sull'avvenimento traumatico, ma sul superamento dello stesso, attraverso l'incontro con una strana casa, fatta di porte, che condurranno la protagonista in diversi mondi alla riscoperta del suo animo interiore.
Lunar, attraverso queste prove, è come se fosse sempre posta davanti ad uno specchio che riflette se stessa, nel quale è costretta a guardare il suo io interiore ed ad accettare le varie sfumature del suo animo, alcune di cui di cui aveva già conoscenza, altre mai incontrate prima.
La connotazione fantastica del libro non è subito evidente, forse a causa di un inizio un po' impacciato che stenta a raccogliere l'attenzione del lettore.
Attenzione che viene però stuzzicata andando avanti nella lettura, coinvolgendo chi legge sempre più.
Una scelta tecnica che quasi certamente vuole seguire lo stato d'animo della protagonista e la sua progressiva rinascita, che però può risultare pericolosa facendo dubitare chi sta leggendo di voler continuare nella lettura.
La storia risulta ben scritta con un linguaggio semplice e ben strutturato, ogni personaggio ha una connotazione chiara e precisa, dall'eroe che incontra sulla sua strada i diversi aiutanti alle ambientazioni ben articolare e per nulla scontate.
Molte sono le similitudini tra i personaggi del libro, decisamente numerosi, con i personaggi di altri racconti fantastici famosi, per esempio:
il vecchio Bin-arkan ricorda il Re del Fiume Argento di Terry Brooks, la Loba il Bianconiglio di Alice nel paese delle meraviglie e lo specchio quello magico, che Atreyu deve affrontare nella storia infinita.
Questo ci trasmette una forte passione dell'autrice non solo per la scrittura, ma anche per la lettura.
Il libro non è un best seller, ma neanche un racconto per ragazzine.
Il finale è intrigante: benché la storia si concluda, lascia spazio ad un seguito.
Leggeremo ancora qualcosa di Daisy Franchetto? Sinceramente lo spero.

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