giovedì 16 febbraio 2017

Recensione - Oblivium- Martina Battistelli


“Perché dici "alla fine"? Fai sempre così parli della tua vita come se fosse quasi giunta al termine e questo fosse l'ultimo atto in copione, nella tragedia. Ma questa non è la fine Alice. La tua vita è appena iniziata”

Martina Battistelli ci presenta il suo primo libro fantasy intitolato Oblivium; un paranormal romance dedicato soprattutto ad un pubblico adolescente, che ama i racconti di rinascita, ambientati nella quotidianità di tutti i giorni.

Il libro narra la storia di Alice Jackson, una ragazza dei quartieri alti che conduce una vita alla Gossip Girl. Ricchezza e popolarità sono gli ingredienti vincenti della sua vita, fino a quando un tragico evento distruggerà tutte le sue certezze.
La protagonista decide così di fuggire a Nottingate, una piccola cittadina dello stato di New York, dove scoprirà di appartenere agli “Ultimi”, persone apparentemente comuni, che sviluppano con l’età particolari poteri magici. Da sempre minacciati, sono costretti a nascondersi in istituti dove possano affinare le loro abilità.
Purtroppo, su tutti loro incombe una profezia; se questa si compisse, determinerebbe la loro fine. Solo una persona può salvarli e quella persona è proprio Alice.

Oblivium, come dice il titolo del libro, vuole narrarci principalmente dell’Oblio, della dimenticanza, della caduta di noi stessi e delle nostre certezze, che sembra non fermarsi mai, non trovare mai un fondo.
Ci racconta però anche del bisogno di imparare a combattere, a resistere e sperare per tornare ad amare. Questi temi, uniti a quello del bullismo, fanno da cardine a tutto il racconto. Temi forti, importanti, con i quali i ragazzi, e non solo, si scontrano ogni giorno.
Il libro è tutto sommato scorrevole e si legge volentieri, anche se l’utilizzo di due appellativi simili per indicare la stessa persona come Alice e Ally, in punti estremamente ravvicinati del racconto, posso creare a chi legge solo confusione.

Nella narrazione si nota la grande passione dell’autrice per le ultime tendenze fantasy, perché ha utilizzato per elementi chiave del suo racconto riferimenti molto noti, che, purtroppo, non passano inosservati.
Il grande istituto dove i ragazzi si allenano ed il loro direttore ricordano tantissimo quello descritto in Shadowhunters di Cassandra Clare e la figura del bell’empatico e lettore di menti ci fa subito pensare a Edward Cullen di Stephenie Meyer.
Il cattivo della storia è purtroppo eccessivamente di facile individuazione già dai primi capitoli e i motivi che l’hanno spinto verso il lato oscuro, aimè sempre i soliti.

Oblivium termina però in un modo inaspettato, che crea tutti i presupposti per la creazione di una trilogia; staremo a vedere come e se Alice, continuerà le sue avventure.


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